domenica 14 settembre 2014

DECIMA PARTE + CONCLUSIONE_ A CHI DOBBIAMO CONFESSARCI ?

A chi dobbiamo confessarci? Quando i discepoli di Gesù gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare", Egli insegnò a loro di pregare direttamente al Padre chiedendo a Lui il perdono dei loro peccati: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori." Sappiamo che "rimettici i nostri debiti" qua significa "perdonaci i nostri peccati" perché nel Vangelo di Luca lo stesso versetto dice esplicitamente: "perdonaci i nostri peccati" (Matteo 6:9-12; Luca 11:1-4). È chiaro dunque, che dobbiamo confessarci direttamente a Dio. Così infatti faceva la chiesa nei primi secoli. La dottrina della confessione fatta al prete fu ammessa nella Chiesa Cattolica solo nel 1225, ma ancora prima di quella data già dei sacerdoti avevano iniziato ad ascoltare confessioni e, pur non dando l'assoluzione, pregavano Dio di rimettere i peccati. A sostegno della confessione al prete, il clero cattolico cita le parole del Vangelo di Giovanni: "A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti" (Giovanni 20:21-23). Prima di tutto facciamo notare che queste parole non sono dirette agli apostoli, cioè ai dodici, ma ai discepoli, cioè a tutti i suoi seguaci. La prerogativa quindi di rimettere i peccati non è un privilegio riservato al clero, ma è estesa a tutti coloro che credono in Cristo come Signore e Salvatore. Inoltre, fatto molto importante per intendere il significato delle parole di Gesù, i discepoli, che avevano ricevuto personalmente questo ordine, non ascoltarono mai la confessione di alcuno, ma predicarono l'evangelo, dicendo che solo in Cristo Gesù è possibile ottenere la remissione dei peccati (Atti 2:37-38; 10:43 e molti altri passi). Il comportamento dei discepoli è una prova senza possibilità di contestazione che le parole di Gesù si riferivano alla potenza redentrice della predicazione dell'evangelo e non già ad una confessione al prete. Oltre ciò, l'evangelista Luca, narrando lo stesso episodio di Giovanni 20:21-23, dice: "... che nel suo nome (di Cristo) si predicherebbe ravvedimento e remissione dei peccati" (Luca 24:45-48). Questo non lascia adito ad alcun dubbio; Cristo non parlò mai di confessare i peccati ad un uomo. Quanto detto porta con sé un'inevitabile domanda: "Dobbiamo confessarci o no?" Sì, ogni vero cristiano ha il dovere di confessare i propri peccati, ma questa confessione non va fatta ad alcun uomo, in quanto solo Dio ha il potere di rimettere i peccati. L'apostolo Giovanni scriveva: "Se confessiamo i nostri peccati, egli (Dio) è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Giovanni 1:9). CONCLUSIONE : Cari amici, è qui esposto il chiaro insegnamento della Bibbia. Dio ti invita ad accettare ora la sua salvezza. Non continuare in un sistema che essendosi allontanato dalla verità della Parola di Dio porta quelli che lo seguono ad un disastro eterno. Non farne una questione di religioni pensa solo che il tuo Salvatore è Cristo Gesù è solo a Lui devi ogni cosa. Dio ti ama ed ha provveduto per te la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Ti invita ad avvicinarti a Lui per ricevere il perdono dei tuoi peccati e la vita eterna. Prendi dunque ora, in questo momento, la decisione di seguire Cristo e la sua Parola. Allora, e solamente allora, la tua vita conoscerà la salvezza di Gesù e sarà in pace con Dio.(Fine + CONCLUSIONE)

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