mercoledì 26 ottobre 2016

DEUTERONOMIO 5:18 - ADULTERIO - I mariti traditi, pur essendo all'oscuro di tutto, sanno nondimeno ogni cosa:“Marcel Proust”

L'adulterio (dal latino adultare: corrompere), da sempre in diverse culture e religioni, è stato considerato come l'infrazione al patto coniugale, quello della fedeltà reciproca. Da sempre, le stesse culture e religioni che condannavano l'adulterio, non usavano o usano lo stesso metro di misura per uomo e donna: quello maschile è sempre stato maggiormente tollerato. Nel diritto romano l'adulterio della moglie era previsto come reato ed era punibile, con la pena di morte per mano del marito o dei familiari maschi. Nella Bibbia l'adulterio, considerato un peccato, indica un qualsiasi rapporto sessuale volontario di una persona sposata con altri che non sia il proprio legittimo coniuge. Talvolta la Bibbia equipara l'adulterio alla fornicazione, ma questo è più specifico, indicante l'infrazione della fedeltà coniugale. L'adulterio è proibito nella Bibbia perché viola il concetto della santità della famiglia e del matrimonio (Esodo 20:14; Deuteronomio 5:18) e tale infrazione è considerata tanto grave da meritare la morte (Levitico 20:10; Giovanni 8:5). Sebbene la legge di Mosè non specifichi come vada eseguita questa pena, essa è spiegata nel Nuovo Testamento come lapidazione. Lo stesso termine adulterio è associato al tradimento coniugale femminile e non a quello maschile. La causa principale di tale diversità di considerazione è da ricercare nella possibile mancanza di certezza di paternità nel caso della nascita di un figlio. I movimenti femministi hanno rigettato quest'interpretazione antropologica del tradimento femminile, considerandola figlia del maschilismo culturale che ha pervaso culture e religioni. Questi trascorsi storici del termine adulterio l'hanno connotato come peccato e colpa, e a causa di ciò, il termine oggi è in disuso. Oggi le cause d'adulterio sono le stesse di quelle di un qualsiasi tradimento, con dei dovuti distingui. Ogni disagio e conflitto di coppia, nel matrimonio sono acuiti, come se il vincolo del patto coniugale e la presenza, spesso, dei figli, desse meno possibilità di fuga, quindi meno libertà. Unica possibilità di fuga rimane l'adulterio, che potrebbe permettere di meglio sopportare la mancanza di scelte e possibilità all'interno della coppia coniugale. E' una possibilità e libertà apparente. Si finisce il più delle volte in un meccanismo perverso di costrizione. Non solo si è costretti a rimanere nella coppia coniugale per rispetto del vincolo e dei figli, per paura del cambiamento, ma si è costretti anche, paradossalmente, a rimanere all'interno della coppia adultera per continuare a salvare quella coniugale. Infatti, quanti matrimoni avrebbero i giorni contati, se non ci fosse un adulterio a salvarlo? E qui ritorniamo alla concezione del terzo nella coppia che salva l'unione degli atri due. Questo fenomeno nel caso dell'adulterio è molto più frequente che nel caso del tradimento. C'è differenza anche nella durata fra adulterio e tradimento. La relazione adultera tende a durare maggiormente nel tempo. Spesso diventa una vera e propria coppia parallela a quella coniugale, con una determinata anche condivisione e progettualità >TESTIMONIANZE< Non ha importanza quanti anni ho, voglio solo dare la mia personale testimonianza sul tema dell'adulterio. Ho tradito un marito "perfetto”. Ho vissuto il mio adulterio come un "forte" sentimento. Ho conosciuto l' “altro" senza cercarlo e senza volerlo, e non importa neanche come e dove. L'ho conosciuto, semplicemente, per caso, per una serie di circostanze fortuite, e sono caduta nel suo abbraccio.Ma quello non è un'abbraccio che ti ospita e ti desidera, non lo hai cercato e non ti ha cercato, semplicemente ci cadi dentro e non vuoi vedere. Non vuoi vedere perché il tuo cuore non deve vedere quello che piace al tuo corpo. Perché a volte è bello lasciare il possesso della volontà solo al tuo corpo, spegnere il cuore, gioire di sensazioni fisiche, vibrare di pienezza e di appagamento fisico, perdersi e liberarsi, gridare al tuo corpo che ti fa stare bene.Poi, passato quel momento, ritorni a vedere e non ti ritrovi, ricordi quel che c'è stato, ma non essendo collegato al cuore ti manca il senso di quello che è stato e vuoi solo andare via. Saluti e vai via. E non rimane segno, perché sai che la tua felicità passa da altre braccia. Quando invece il tradimento è un forte sentimento che colpisce il cuore, ne diventi schiava. Quando dell'altro rimane il segno, i suoi occhi, i suoi lineamenti, i suoi movimenti, la sua voce non ti liberi più di tutto questo. Puoi scollegare il corpo dal cuore, il tuo corpo può continuare come un burattino a rimanere lì, obbligato dagli impegni presi, ma il cuore vola di là. La forza del sentimento fa sì che vicini o lontani, presenti o assenti, il filo del legame sia sempre ben teso e vibri continuamente. Desideri l'altro, respiri l'altro, vivi l'altro e perdi la pace. E in casa ti senti sola. Senti d'impazzire. Vorresti non aver mai conosciuto l' "altro". >COMMENTO ANONIMO< A tutti capita di tradire. A volte si tradisce col corpo, a volte con la mente. Io ho tradito con la mente eppure non mi sento meno colpevole. Ho tradito la fiducia di una persona che aveva stima di me, che mi vuol bene anche se tra noi non c'è un rapporto stabilito e certificato. Eppure fa male, tanto, più che all'altro che si è sentito tradito. Ho tradito le sue parole, la sua confidenza. Il rapporto di amicizia-amore che era germogliato. Ho sopravvalutato me stessa e gli altri. Sono stata tradita nella mia vita, ma non mi è mai capitato di tradire. Forse perché mi sentivo al di sopra di questo. A volte tradire serve, serve per ritornare sulla terra, per capire che si è soltanto degli esseri umani che possono sbagliare. Ti senti senza certezze quando tradisci, perché è soprattutto tradire ciò in cui credi. Eppure è un bene anche questo, è un bene perché ridimensiona te stesso e il tuo rapporto con gli altri esseri umani. Nessuno può dire di non poter tradire, tutti, in circostanze diverse possiamo essere tentati di tradire ciò in cui crediamo. La vera sfida è andare oltre. È perdonare il passo falso che coscientemente o inconsciamente abbiamo fatto, così come dovremmo fare quando ci capita di subirlo un tradimento, imparare a vedere la luce e l'oscurità che ci appartiene, senza giudicare. Senza ergerci a giudici inflessibili di noi stessi o degli altri. Forse sia te che io non siamo vittime del caso, delle circostanze, siamo vittime di noi stesse e della paura di voler bene davvero con la responsabilità che questo comporta. Io ci sto provando a perdonarmi, sto provando a prendermi il tempo e a perdonare il tradimento di riflesso che l'altro ha messo in moto. Dovremmo provare a chiederci che cosa ci manca. Dici che tuo marito non meritava il tuo adulterio, forse nessuno merita di essere tradito, ma se accade qualcosa è mancato. Magari è qualcosa che per altri non avrebbe la stessa importanza, ma ognuno deve vedersela con se stesso, con ciò che manca a sé stesso. Usa quest'esperienza per cercare insieme al tuo compagno di ritrovare insieme le emozioni di un tempo e vai a cercare i motivi che ti hanno spinto. Io i miei li ho compresi: ero così spaventata, che, finalmente l'amicizia stava prendendo i binari di un vero amore, che l'ho messa a repentaglio, come se dovessi metterla alla prova o come se volessi provare a me stessa che l'amore non esiste. Che nessuno è in grado di amarmi senza farmi del male. >SEGRETI FAMILIARI< Ho cercato come una pazza un sito dove poter esprimere ciò che a nessuno posso dire, ho tanto bisogno di qualcuno che mi ascolti. Sono una ragazza di 31 anni, la mia vita è trascorsa a volte in maniera molto turbolenta a causa dei miei genitori che non sono andati mai d'accordo. Ho avuto un dolore grandissimo quando ho scoperto che mio padre aveva una relazione con una donna, per il modo in cui mio padre si è fatto scoprire da me, e mi ha gravato di responsabilità che ancora oggi mi pesano, mia madre ancora oggi è ignara di tutto. Ed io mi sento di aver tenuto il gioco a mio padre, in quanto sapendo non ho detto nulla a mia madre. I miei genitori non mi hanno fatto mancare nulla, ma in realtà mi hanno fatto mancare la serenità la tranquillità e mio padre mi ha confusa. Questa situazione e il mio cuore a pezzi per l'amore che provavo e provo ancora per un ragazzo, mi hanno fatto prendere la decisione di andare via di casa, ma l'unico modo che avevo per andare via era sposarmi, a quel tempo, ossia 5 anni fà, stavo insieme al mio attuale marito con il quale sono sposata da quasi 2 anni. Prima di incontrare mio marito, 8 anni fà incontrai l”altro”, che mi fece innamorare all'istante, siamo stati insieme 1 mese, era stato fidanzato 6 anni con una ragazza. Lui mi ha lasciata perchè era confuso. Dopo quel giorno io e quel “lui”, ci siamo sempre rincorsi, pur essendo fidanzati entrambi con altre persone, “lui” non voleva una storia seria io non volevo una semplice avventura, ma c'era una grande attrazione, questi anni si sono intervallati da lunghi periodi nei quali non ci siamo mai visti nè sentiti, ma nel mio cuore “lui” c'era sempre. A dicembre mi sono sposata e dopo tre mesi ho sentito la necessità si mandare un msg a l”altro”. “Lui” mi ha risposto ci siamo visti più di una volta, un giorno siamo andati a casa sua al mare ed è stata la giornata più bella della mia vita. Io gli ho raccontato che mi ero sposata ma gli ho anche detto il perchè della mia pazza decisione e dei grandi dolori avuti. Mio marito è molto diverso da me, mi ama tanto,così dice, ma è troppo ragazzino, non è geloso, mio marito conosce “lui”, si sono conosciuti anni fà quando io stavo con ” lui”, un giorno ho raccontato a mio marito che dove lavoro c'era anche “lui” che mi mandava dei messaggi "forti", lui (mio marito) oltre che dire qualche parola fuori posto, nulla..... Io più di una volta gli ho detto che avevo troppe insicurezze troppe paure e che avevo bisogno di un vero uomo, no di un uomo che faceva il ragazzino, anche nei momenti di piena intimità. Sono confusa e mi sento morire...a volte preferirei morire. Non ho certezze, mi sento sbagliata mi sento male, vorrei cancellarmi dalla faccia della terra, mi sento infelice, ma la cosa che più mi fa male e che mi sento sola. Fino a ieri con “lui” ci siamo mandati dei msg io sarei pronta a lasciare tutto per “lui” ma “lui” mi vuole solo per un giorno, mi vuole solo a letto non mi ama. Mi ha chiesto di andare un giorno fuori a casa sua, io non so cosa fare perchè so come andrebbe a finire. Mi ritrovo a stare con una persona che non amo e ad amare una persona che non mi ama. Con i miei genitori il rapporto diciamo è normale, loro adorano mio marito ed io avrei la guerra se mi confidassi con loro, neanche mio padre capirebbe. Sto male non so che fare penso solo a mio”lui” giorno e notte, e mi sento in colpa con mio marito, non ho più un respiro lungo non voglio mangiare, vorrei solo “lui”....purtroppo, che tra l'altro non risponde più ai miei messaggi.

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