lunedì 23 gennaio 2017

RICEVETE LO SPIRITO SANTO - DONO PER ECCELLENZA

Lo Spirito Santo è il dono per eccellenza, il dono che Gesù Risorto continuamente fa alla sua Chiesa. “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22). Sentiamo il suo Soffio di vita, che alita su di noi e ci rigenera in un’esistenza rinnovata dall’azione della sua Grazia. Noi, che eravamo morti a causa del peccato, in Cristo morto e risorto abbiamo riacquistato la vita. Egli viene a noi non solo dopo la morte e risurrezione di Gesù, ma a causa di essa. Il sacrificio d’amore del Signore è la condizione indispensabile perché noi abbiamo di nuovo la vita. Gesù Risorto entra nel cenacolo dove sono riuniti i discepoli e, dopo aver alitato su di loro, dice: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20, 22-23). Evidentemente, queste sono esperienze per tanti versi indicibili. Non è facile raccontare agli altri la nostra esperienza di Dio, la contemplazione del suo volto, l’irruzione della potenza del suo Amore nella nostra vita. Eppure è così! Anche se non riusciamo a dirlo pienamente, anche se le nostre parole risultano inadeguate a narrare le meraviglie compiute dallo Spirito di Dio nella nostra vita, noi attestiamo che Egli è vivo ed operante in mezzo a noi! Nello Spirito Santo, infatti, noi sentiamo la vicinanza di Dio, avvertiamo che Dio pone la sua onnipotenza al nostro servizio, scende al nostro livello, si fa grandezza d’amore, fino a vivere in noi! Pensando a Dio, noi in genere lo pensiamo già in termini trinitari. Pensiamo anzitutto a Colui che ci trascende, che è Onnipotente, Onnisciente e ci sovrasta con la sua potenza. Pensiamo però anche, contemporaneamente, a Colui che sta accanto a noi, lotta e spera con noi, vive al nostro fianco. E pensiamo infine a Colui che, addirittura, sta dentro di noi: parla al nostro cuore, ci rimprovera, ci esorta, ci incoraggia ad andare avanti. In altri termini stiamo pensando al Dio uno e trino: Colui che ci sovrasta è il Padre onnipotente; Colui che sta accanto a noi, fino a farsi uno di noi, è il Figlio Unigenito; Colui che vive dentro di noi è lo Spirito Santo! Davvero il mistero della Santissima Trinità noi lo sentiamo come qualcosa di esistenzialmente nostro, nonostante la sua trascendenza. E possiamo intuire qualcosa di questo mistero, grazie al dono dello Spirito, che come Maestro interiore, ci istruisce e ci guida “alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Senza l’azione dello Spirito questa conoscenza di Dio non sarebbe possibile. Proviamo perciò a sintetizzare in alcuni concetti essenziali l’opera dello Spirito Santo nella nostra vita: E’ nella potenza dello Spirito Santo che Dio perdona il nostro peccato e ci rigenera a nuova vita mediante il Battesimo. A Nicodemo Gesù dice: “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio” (Gv 3,5). Questa nascita “da acqua e da Spirito” è certamente avvenuta nel Battesimo, ma continua ad avvenire tutte le volte che noi, tramite il Sacramento della Riconciliazione, riceviamo dal Signore la remissione dei nostri peccati. Di conseguenza è lo Spirito Santo che ci fa capire e gustare la nostra condizione di figli di Dio. Lo dice chiaramente Paolo: “Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Rom 8,16). Grazie allo Spirito Santo noi siamo introdotti alla conoscenza di Dio, una conoscenza che non può essere solo teorica, perché le persone non si possono mai conoscere solo in teoria: bisogna farne esperienza per conoscerle a fondo. E siccome il nostro Dio è Persona, anzi è un solo Dio in tre Persone, noi possiamo conoscerlo solo facendone esperienza. Ora, è proprio lo Spirito Santo che ci introduce in questa conoscenza esperienziale di Dio. Ce lo ha fatto capire Gesù, quando ha detto: “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). Lo Spirito Santo, dunque, non ci insegna qualcosa di diverso da quello che già ci ha insegnato Gesù. Egli continua a ricordarci tutte le cose che Gesù ci ha detto, ma ce le ricorda in modo interiore, approfondito, illuminante, attuale. La Parola di Dio è sempre la stessa, non possiamo cambiarne nemmeno una virgola; eppure essa è sempre nuova ed attuale, grazie all’azione dello Spirito, che è Maestro interiore di verità, di quella Verità che, in ultima analisi, è Gesù stesso! Lo Spirito di Dio ci introduce alla Verità che è Gesù! E lo fa attraverso alcuni suoi doni particolari: il dono della scienza, che ci fa salire dalle creature al Creatore, dalle cose di questo mondo a Colui che ha fatto tutte le cose; il dono dell’intelletto, che ci fa intuire per via soprannaturale le verità della nostra fede, per cui anche, e soprattutto, i piccoli e i semplici possono intuire i grandi misteri della nostra fede: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25); il dono della sapienza, mediante cui noi possiamo “gustare” (dal latino sàpere!) la bontà di Dio e il suo amore. I doni dello Spirito ci aiutano anche a capire, nella luce della fede, quella parte di verità difficile da comprendere e da vivere nella nostra esistenza: la verità del dolore e della Croce. Sicuramente a questo Gesù alludeva quando diceva: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” (Gv 16,12-13). La preghiera, è lo Spirito che prega in noi e con noi, anzi è più esatto dire che noi preghiamo “nello Spirito”. E se non preghiamo “in Spirito e verità” (Gv 4,23), la nostra preghiera rischia di essere vuota formula ritualistica. Lo Spirito ci soccorre col dono della pietà, mediante il quale rende la nostra vita un atto filiale, una manifestazione d’amore nei confronti di Dio, una lode autentica al suo Nome glorioso. Ci sostiene anche col dono del santo timor di Dio, che non è la paura di Dio, ma la riverenza nei confronti del suo Nome e, soprattutto, il timore di poterlo dispiacere, di tradire la sua fiducia e il suo amore. Lo Spirito Santo che ci fa essere Chiesa, ossia fa di tutti noi le membra dell’unico Corpo di Cristo, facendoci vivere nella comunione, nonostante tutte le nostre differenze. E’ questo il grande miracolo della Pentecoste: la fusione di tutte le differenze di lingue e di razze (Atti 2,1-11). La fusione non è “confusione”, ma convivenza ordinata e armoniosa delle diverse lingue, dei diversi caratteri di ognuno, dei differenti doni che lo Spirito ha donato a ciascuno di noi. Il miracolo di Pentecoste non è consistito nel fatto che tutti parlassero la stessa lingua, ma nel fatto che ognuno, pur continuando a parlare la propria lingua, capiva quella degli altri. E’ l’esatto contrario di quanto era accaduto nella torre di Babele, dove si era verificata invece la confusione delle lingue (Gen 11, 1ss.). Lo Spirito Santo ci fa capire che la diversità è ricchezza: è sicuramente una inestimabile ricchezza il fatto che non siamo tutti uguali! Lo siamo senza dubbio nella dignità, che è per tutti la stessa e consiste nell’esser figli di Dio, ma non lo siamo nei doni che lo Spirito ha fatto ad ognuno di noi. E noi sappiamo dall’Apostolo Paolo che “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune” (1 Cor 12,7). I carismi vengono dati ai singoli per il bene di tutti, non certo per diventare motivo di orgoglio personale. Tutto quello che siamo e tutto ciò che abbiamo è dono di Dio e deve essere messo al servizio dei fratelli. Questa consapevolezza e quest’impegno fanno crescere la Chiesa e la fanno risplendere in mezzo agli uomini come segno e strumento della salvezza. Per tutti questi motivi ringraziamo il Padre e il Figlio che ci hanno fatto dono dello Spirito Santo. E vogliamo continuare ad invocare questo Dono, che è il dono dei doni. Veramente non vogliamo chiedere altro, se non questo: donaci, o Padre, il tuo Spirito. Gesù ci ha rassicurato, quando ci ha detto: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13). E’ lo Spirito Santo che ci dispone ad abbandonarci in Gesù, a “consegnarci” ed adagiarci nelle palme delle sue mani , poichè solo nello Spirito possiamo dire che Gesù è il Signore.

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