giovedì 7 aprile 2016
IL CONFLITTO Lettera di Paolo ai Filippesi
Il CONFLITTO (Filippesi 4:2-5)
Introduzione:
Meravigliosa lettera di Paolo ai Filippesi. In questo libro, notiamo i vari benefici che abbiamo come figli di Dio. Inoltre, Paolo ci esorta a comportarci in modo degno di cittadini del cielo. Leggendo il brano.
Filippesi 4:2-5; Esorto Evodia ed esorto Sintìche ad essere concordi nel Signore. 3 Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita. 4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. 5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino.
Quando c’è il conflitto
Nella vita cristiana, anche se siamo chiamati ad amarci sempre gli uni gli altri, delle volte non è così nei nostri rapporti. A volte, anziché amore, ci sono dei conflitti tra di noi. Questo non è buono, anzi, vuol dire che non stiamo seguendo gli insegnamenti di Dio. Vuol dire che non stiamo amandoci l’un l’altro come dovremmo. Però, a volte questo succede. Leggiamo i v v.2,3. Esorto Evodia ed esorto Sintìche a essere concordi nel Signore. Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita. Queste due donne, Evodia e Sintiche, non erano concordi nel Signore. Prima di considerare la loro situazione, vogliamo notare cosa vuol dire essere concordi nel Signore.
Ad esempio, questa parola viene usata due volte in Filippesi 2:2 rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento. (Filippesi 2:2)
Vediamo la stessa parola in Romani 15:5. Il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di aver tra di voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, (Romani 15:5) Il senso di questa parola è che bisogna avere gli stessi pensieri. Cioè, i nostri pensieri dovrebbero essere molto simili, in quanto accordati con il pensiero di Cristo. Quando non abbiamo gli stessi pensieri, come dovremmo fare? Leggiamo 2 Corinzi 10:3-5.3 In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; 4 infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti 5 e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo; (2 Corinzi 10:3-5) Dio ci comanda di rendere ogni pensiero ubbidiente a Cristo. Cioè, non dovremmo decidere di testa nostra quale sia il comportamento giusto. Dio non ci lascia decidere di testa nostra quale comportamento glorifichi Dio. Dio vuole che noi esaminiamo ogni cosa alla luce delle Scritture, e comprendiamo cosa piace a Lui. Dovremmo studiare diligentemente le Scritture, per capirle nel modo giusto. Ma questo non è tutto il piano di Dio per noi. Dio ci comanda, volta dopo volta, di imparare l’uno dall’altro. Scelgo solamente due versetti, fra i tanti che parlano di questo.
Ora, fratelli miei, io pure sono persuaso, a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ricolmi di ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi a vicenda. (Romani 15:14) La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente; istruitevi ed esortatevi gli uni gli altri con ogni sapienza. (Colossesi 3:16)
Fratelli e sorelle, siamo chiamati ad ammonirci e istruirci a vicenda. È molto sbagliato per una persona o una famiglia isolarsi dagli altri nella chiesa. Una delle cose più distruttive che abbiamo visto è quando in una chiesa, famiglie che hanno modi diversi di fare le cose cominciano a evitare contatti l’una con l’altra. Per esempio, ho letto recentemente che negli USA, in tante chiese, ci sono state notevoli tensioni quando certe famiglie agivano in un modo, e altre agivano in modo diverso. Forse uno dei argomenti che ha creato più divisione è stato l’insegnamento scolastico a casa, il cosiddetto scuola in casa. Anche la partecipazione nello sport ha creato divisione, come altre cose. Allora, qui, dovrei chiarire qualcosa. Non è stato l’argomento della scuola in casa a creare divisione. Non è stata una differenza di posizione sulla partecipazione nello sport. Ciò che ha creato divisione è stato il peccato. Certe famiglie non volevano avere a che fare con altre famiglie che non erano nella loro stessa posizione. Abbiamo visto, più volte, che spesso le famiglie che la pensano in una certa maniera cercano comunione solamente con quelli che credono nella stessa maniera.
Fratelli, questo è molto sbagliato, e causa terribili divisioni nella chiesa. Se i credenti non si vedono fra di loro, non possono ubbidire alla Bibbia quando essa parla di esortare e insegnare e incoraggiarci l’un l’altro.
Applicando questo all’insegnamento di oggi: se non cerchiamo contatto fra di noi, non possiamo mai essere concordi nel Signore. Non si arriva ad essere concordi nel Signore isolandosi in una stanza con la Bibbia. Certamente, dobbiamo studiare la Bibbia. Però, abbiamo anche bisogno l’uno dell’altro. È importante essere insieme come famiglie, è importante per gli uomini vedersi, e ancora di più, è importante per le donne vedersi. Dico ancora di più, perché come dicevo, quando due o più famiglie stanno insieme, spesso sono gli uomini a parlare. Affinché anche le donne abbiano la comunione che Dio vuole per loro è necessario che si frequentino durante la settimana. Sappiamo di chiese che si sono divise. Sono momenti molto tristi, spesso di grande amarezza, e fanno molto male alla testimonianza di una chiesa. Potete immaginare che brutta testimonianza se si venisse a sapere che non volete più avere a che fare con quella famiglie nella chiesa. Ciò rovinerebbe la vostra testimonianza . Allora, quando parliamo oggi dell’importanza di essere concordi nel Signore, prego che possiate comprendere quanto è realmente importante. È fondamentale per noi come chiesa crescere sempre di più in questo. Dobbiamo, a tutti i costi, evita-re il pericolo di avere dei gruppetti nella chiesa, che hanno un certo modo di vedere le cose, che evitano ogni contatto con chi la pensa in un altro modo senza tentare un chiarimento. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro, per essere come Dio vuole. Se no, vedremo crearsi piccoli crepe, che diventeranno terribili divisioni, che infine spaccheranno la chiesa. Appena vedete qualcosa di piccolo che non vi permette di essere concordi con gli altri, impegnatevi a fortificare quel rapporto. Allora, consideriamo ancora questo concetto di essere concordi nel Signore. Quando viviamo così, avremo un medesimo sentimento, un medesimo pensare. Oppure, usando le parole di Filippesi 4.2, saremo concordi nel Signore. Quelle due donne non erano concordi nel Signore. Nella vita cristiana, possiamo trovarci non concordi con qualche altro credente. In quel caso , notiamo cosa dichiara Paolo; Esorto Evodia ed esorto Sintìche a essere concordi nel Signore. (Filippesi 4:2) Paolo esorta Evodia, e poi esorta Sintiche. Cioè, egli esorta individualmente sia l’una sia l’altra. Qui, vediamo un principio molto importante. Quando non siamo concordi con qualcuno, se c’è colpa, non importa chi è più colpevole dell’altro. Non importa chi ha ragione. Entrambi sono esortati a prendere l’iniziativa per essere concordi. Non dobbiamo mai pensare che sia l’altra persona che deve fare il primo passo, e poi risponderemo noi. Anzi, dovremmo essere pronti NOI a fare il primo passo. Questo vale per qualsiasi rapporto con gli altri. Nel matrimonio, l’uno non dovrebbe mai aspettare l’altro prima di cercare di risolvere un conflitto. Ogni credente dovrebbe sempre essere pronto a prendere l’iniziativa. Perché non facciamo così sempre? Semplice: a causa del nostro orgoglio. Vogliamo che l’altra persona faccia il primo passo. Fratelli, non viviamo così. Una discordia nella chiesa è una cosa grave, che ostacola le benedizioni di Dio su tutta la chiesa. Quando non sei concorde con qualcuno, non aspettare quella persona, ma prendi tu l’iniziativa per essere concorde nel Signore.
L’aiuto di altri
Paolo sapeva che la discordia tra due persone in una chiesa poteva creare gravi danni a tutta la chiesa.Perciò, pur avendo esortato sia Evodia che Sintiche ad essere concordi nel Signore, egli dà altre istruzioni per risolvere il problema. Leggiamo nel v.3. Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita. (Filippesi 4:3) In questo versetto, Paolo chiede ad una persona matura nella chiesa di intervenire personalmente e direttamente per aiutare queste due donne ad essere concordi nel Signore. Non sappiamo chi è la persona con cui Paolo parla. Sappiamo che questa persona era un fedele collaboratore di Paolo, ovviamente, come tale doveva essere chi era riconosciuto nella chiesa come maturo e coinvolto nel ministerio. Forse era Epafrodito, che apparteneva a questa chiesa e aveva assistito Paolo a Roma, e ora tornava alla chiesa, portando questa lettera. Non importa tanto sapere chi era. Quello che importa è notare che Paolo riteneva talmente importante risolvere questa situazione che chiede a questa persona di intervenire per aiutare queste due donne. Paolo non dice di imporre una soluzione. Paolo dice di “venire in aiuto”, in altre parole, dare una mano. Delle volte, quando due o più persone hanno uno scontro, non riescono a risolvere le cose da sole. Ognuno è convinto della propria posizione, e non riesce a vedere la posizione dell’altro. In questi casi, e in altri casi in cui due persone non riescono ad arrivare ad essere concordi nel Signore, è molto utile avere aiuto da una terza persona. Qui Paolo chiama un suo collaboratore ad aiutare queste donne ad essere concordi nel Signore. Paolo ricorda a questo collaboratore che queste due donne avevano lottato insieme a Paolo per il vangelo. Cioè, queste due donne avevano molto zelo per l’opera di Dio. Avevano combattuto per il Vangelo con Paolo. Collaboravano con lui nell’opera del vangelo. Anche noi dovremmo essere disposti ad intervenire per portare pace nella chiesa. Quando due persone non sono concordi, è per la chiesa una grave piaga che ostacola le benedizioni di Dio sui credenti. Perciò, non è una situazione che riguarda solo le due persone, poiché la loro discordia ostacola la crescita di tutta la chiesa. Per questo, dobbiamo cercare di risolvere queste situazioni. Allora dovremmo avere come traguardo il fare tutto il possibile per essere di una mente sola “nel Signore”. È importante essere concordi “nel Signore.” Cioè, l’unità deve essere fondata sulla verità. Oggi, c’è molto impegno da parte di tanti per essere concordi, ma non necessariamente “nel Signore”. Questo non è il comandamento biblico. Dio ci chiama ad essere concordi nel Signore. Impegniamoci come chiesa a vivere sempre concordi nel Signore. Quando ti capita di non essere d’accordo con qualcuno, prendi tu l’iniziativa d’essere concorde. Allo stesso tempo, coloro che sono maturi dovrebbero essere pronti a dare un aiuto quando due o più persone non sono concordi.
Rallegratevi sempre nel Signore
A questo punto, vorrei notare l’esortazione di Paolo rivolta a tutti i credenti, al v.4. Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. Abbiamo già considerato questo comandamento in Fil 3.1. Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco di scrivervi le stesse cose, e ciò è garanzia di sicurezza per voi. (Filippesi 3:1) Ricordiamo che siamo chiamati a rallegrarci “nel Signore”, non nelle circostanze. Molto spesso, nella vita possiamo avere circostanze difficili, anche dolorose. Possiamo affrontare situazioni di ingiustizia. La vita è piena di sofferenze. Chiaramente, non c’è sempre da rallegrarsi nelle situazioni della vita. Invece, c’è sempre da rallegrarci nel Signore, per chi è in Cristo! Scritti nel libro della vita
Infatti, torniamo al v.3, per riconoscere il motivo più grande per cui possiamo rallegrarci. Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita. (Filippesi 4:3) Qui, Paolo parla di coloro i cui nomi sono scritti nel libro della vita. Ascoltiamo le parole di Cristo Gesù ai settanta discepoli in Luca 10:17-20. Gesù aveva mandato questi uomini a predicare e a compiere miracoli nel suo nome, nei tanti villaggi della Giudea. Tornarono da Lui, rallegrandosi per il successo della missione. Gesù spiegò loro il vero motivo per cui rallegrarsi. 17 Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome». 18 Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. 20 Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». (Luca 10:17-20) Possono succedere cose belle o cose brutte sulla terra, ma ciò che è veramente importante è avere il nostro nome scritto nel libro della vita in cielo. Questo è un meraviglioso motivo di cui poterci rallegrare nel Signore. Come possiamo avere il nostro nome scritto nel libro della vita in cielo? NON per mezzo nostro, ma come dono di Dio in Gesù Cristo. Chi è scritto nel libro della vita, ovvero, chi è veramente salvato, è salvato perché crede in Gesù Cristo e nel suo sacrificio sulla croce. Chi è salvato, avrà da gioire quando tutti i problemi di questo mondo non ci saranno più. Perciò, ha vero motivo di rallegrarsi sempre! Ecco perché Paolo dichiara, ancora qui, “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto, rallegratevi!” Se tu non ti stai rallegrando, e se hai ricevuto il perdono e la salvezza in Cristo Gesù, allora, stai guardando ai problemi attuali, e non alla benedizione eterna che hai in Cristo. Rallegriamoci nel Signore.
Conclusione
Riassumiamo le verità che abbiamo considerato . Abbiamo visto che è estremamente importante che in una chiesa, le persone siano concordi nel Signore. Visto che stiamo ancora crescendo, non saremo automaticamente sempre concordi. Abbiamo bisogno di crescere sempre di più nell’immagine e nella mente di Cristo. Perciò, Dio ci comanda di insegnare l’uno all’altro, di esortarci l’un l’altro, e di ammonirci l’un l’altro. Se fossimo già completamente arrivati a capire tutta la volontà di Dio, non sarebbe necessario insegnare l’uno all’altro, e perciò, saremmo automaticamente concordi in Cristo. Invece, abbiamo bisogno l’uno dell’altro, e abbiamo bisogno di impegnarci a cercare l’un l’altro. Quindi, per essere sempre più concordi, abbiamo bisogno di passare tempo insieme, parlando insieme delle cose di Dio.
Quando troviamo due persone che non sono concordi, è bene impegnarci ad aiutarle ad essere concordi. Abbiamo visto oggi l’importanza di rallegrarci nel Signore. Questa verità è talmente importante che Dio la ripete in vari punti nella Bibbia. Spesso non è possibile rallegrarci nelle circostanze, invece, c’è sempre da rallegrarci per quanto riguarda la nostra salvezza. Dobbiamo rallegrarci nel Signore. Quello possiamo farlo sempre! Allora, ricordiamo l’importanza della pace fraterna, e impegniamoci in questo. Non guardiamo alle nostre difficoltà, ma alla realtà della nostra salvezza, e questo ci permetterà a rallegrarci sempre nel Signore. Ringraziamo Dio per questa verità!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
RIFLESSIONI IN QUARANTENA ^AMARE
*RIFLESSIONI IN QUARANTENA DA 1 GIOVANNI 3:11-24 – 4:7-21 AMARE^ Che...
-
*RIFLESSIONI IN QUARANTENA DA 1 GIOVANNI 3:11-24 – 4:7-21 AMARE^ Che...
-
Chiedersi seriamente, quanto vale un uomo, lo avete mai fatto? La risposta a questa domanda potrebbe essere molto interessante. D’altronde...
Nessun commento:
Posta un commento