giovedì 24 settembre 2015
LE FALSITA' CHE OFFENDONO DIO"
Chi dice:
I princìpi morali sono sorpassati.
Devo fare ciò che è meglio per me.
Dio è buono e non giudica.
Basta che ci sia amore e tutto è permesso.
Lo fanno tutti.
Fare sesso prima del matrimonio aiuta poi a essere una buona coppia.
Soffocare il sesso libero è contro natura.
A Dio non interessa ciò che facciamo.
CERTAMENTE OFFENDE DIO.
Le verità sui principi che regolano il sesso sono contenute nel brano di (°1Tessalonicesi° 4:3-8). Vediamole:
“Sapete quali istruzioni vi abbiamo date nel nome del Signore Gesù” (v. 2). Le istruzioni date da Paolo non sono sua opinione personale, ma hanno l’autorità di Yeshùa e sono date in suo nome.
“Perché questa è la volontà di Dio” (v. 3). Tali istruzioni rispecchiamo la volontà di Dio.
“Che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione” (v. 3). La pornèia , F. Westcott, coeditore del noto testo critico greco di Westcott e Hort, su cui si basano le traduzioni bibliche del Nuovo Testamento, spiega: “Questo è un termine generale per tutti i rapporti illeciti, (1) adulterio: Os. ii. 2, 4 (LXX.); Matteo. v. 32; xix. 9; (2) matrimonio illecito, I Cor. v. I; (3) fornicazione, nel significato comune”. La pornèia comprende non solo tutte le relazioni sessuali al di fuori del matrimonio, ma anche i rapporti sessuali prematrimoniali, i rapporti omosessuali, la prostituzione, l’incesto, lo stupro, la pedofilia, la libidine e perfino il linguaggio osceno. In -°Levitico° 20 - c’è un lungo elenco di pratiche sessuali illecite.
“Ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore” (v. 4). Si tratta qui di rispetto. Il corpo e gli organi sessuali non vanno ridotti a strumento di piacere egoistico. Il piacere della sessualità fa parte dell’intimo scambio d’amore tra i coniugi, nella passione e nella tenerezza; non è fine a se stesso.
“Senza abbandonarsi a passioni disordinate” (v. 5). “Non in concupiscenza di appetito sessuale” (TNM), “Senza lasciarsi dominare da indegne passioni”, “Non con passione di desiderio” (testo greco originale). L’amore sessuale tra coniugi non deve essere accecato da passioni disordinate, “come fanno invece i pagani che non conoscono Dio”. – V. 5,.
“In queste cose nessuno deve offendere o ingannare gli altri” (v. 6, Pds). Si tratta dei precedenti appetiti sessuali depravati. La traduzione che NR fa di questo versetto non è corretta: “Che nessuno opprima il fratello né lo sfrutti negli affari”. Che cosa mai c’entrano gli affari in questo contesto? La Bibbia dice “nell’affare/questione”; si tratta della questione accennata subito prima. Paolo sta dicendo che i coniugi non devono offendersi e ingannarsi l’un l’altra ; infatti, aggiunge: “Come già vi abbiamo detto e dichiarato prima”.
“Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione” (v. 7). “Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito”. – V. 8.
È perciò un errore credere che il nostro comportamento sessuale non abbia nulla a che fare con la nostra fede il Dio. Non è possibile immaginare di continuare ad amare Dio e praticare nel contempo attività sessuali che sappiamo benissimo essere non conformi al rispetto della persona, rispetto che Dio richiede da noi. La santa Legge di Dio è data per il nostro benessere completo, dettata dall’amore che Dio ha per il suo popolo. Se cerchiamo di tenere separata la sfera sessuale dalla fede, imbocchiamo una strada chiusa.
“Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione” (1Ts 4:7). “Io sono il Signore, il vostro Dio; santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo” (Lv 11:44). “Come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta” (1Pt 1:15). Non è facile tendere alla santità. Il bene non è attraente e appetibile come il male, non suscita desiderio come la concupiscenza. Per la nostra natura carnale tendiamo a ciò che è egoistico e che soddisfa i piaceri carnali, e ciò accade sin da quando il peccato entrò nel mondo affliggendo l’umanità (Rm 1:18-32). Possiamo essere mentalmente convinti di ciò che è bene ma poi scivolare nella pratica del male. La lotta interiore che avviene in ciascuno di noi è spiegata in modo perfetto da Paolo:
“Se faccio quel che non voglio, riconosco che la Legge è buona. Allora non sono più io che agisco, è invece il peccato che abita in me. So infatti che in me, in quanto uomo peccatore, non abita il bene. In me c’è il desiderio del bene, ma non c’è la capacità di compierlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio. Ora, se faccio quel che non voglio, non sono più io ad agire, ma il peccato che è in me. Io scopro allora questa contraddizione: ogni volta che voglio fare il bene, trovo in me soltanto la capacità di fare il male. Nel mio intimo io sono d’accordo con la legge di Dio, ma vedo in me un’altra Legge: quella che contrasta fortemente la Legge che la mia mente approva, e che mi rende schiavo della legge del peccato che abita in me. Eccomi dunque, con la mente, pronto a servire la legge di Dio, mentre, di fatto, servo la legge del peccato. Me infelice! La mia condizione di uomo peccatore mi trascina verso la morte: chi mi libererà? Rendo grazie a Dio che mi libera per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore”. – Rm 7:16-25,.
Paolo ringrazia Dio che ci libera per mezzo di Gesù. Il fatto che, come si dice, “la carne è debole”, non ci giustifica. Infatti, in 1Ts 4:3 Paolo afferma: “Questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione”. Ci è quindi richiesto l’autocontrollo.
“Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adùlteri” (Eb 13:4). Dio non ci priva di nulla e non intende certo rovinarci il piacere. Abbiamo già visto come il sesso fu concepito da Dio come una bellissima componente del rapporto coniugale. “Possedere il proprio corpo in santità e onore” (1Ts 4:4) non significa affatto rinunciare al piacere. Lo stesso Paolo consiglia così i credenti:
“Per non rischiare di cadere nell’immoralità, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito.
L’uomo sappia donarsi alla propria moglie, e così pure la moglie si doni al proprio marito. La moglie non deve considerarsi padrona di se stessa: lei è del marito. E neppure il marito deve considerarsi padrone di se stesso: egli è della moglie. Non rifiutatevi l’un l’altro, a meno che non vi siate messi d’accordo di agire così per un tempo limitato, per dedicarvi alla preghiera. Ritornate però subito dopo a stare insieme, per evitare che Satana vi tenti facendo leva sui vostri istinti. Quel che vi sto dicendo è solo un suggerimento, non è un ordine. Io vorrei che tutti fossero celibi, come me; ma Dio dà a ognuno un dono particolare: agli uni dà questo dono, ad altri uno diverso. Ai celibi e alle vedove dico che sarebbe bene per essi continuare a essere soli, come lo sono io. Se però non possono dominare i loro istinti, contraggano matrimonio. È meglio sposarsi che ardere di desiderio”. – 1Cor 7:2-9, PdS.
La scelta non è affatto tra attività sessuale e astensione dalla vita sessuale, ma tra attività sessuali lecite e illecite. È un chiaro errore guardare alle pratiche sessuali del mondo per trarne delle norme: si tratta, infatti, di persone “che non conoscono Dio” (1Ts 4:5). Tali persone chiamano “fare l’amore” ciò che nulla c’entra con l’amore ma è solo atto sessuale fine a se stesso. Tutta la questione sta, alla fine, nella libidine.
Che il desiderio sessuale tra uomo e donna faccia parte delle caratteristiche con cui siamo stati creati è una realtà, e anche molto bella, certamente voluta dal nostro Creatore. L’attrazione tra un uomo e una donna che si innamorano e che desiderano fondere le loro vite, è parte integrante della gioia coniugale. Ciò che non ci è lecito è di desiderare, di concupire, di bramare un rapporto sessuale immorale. Tutto nasce da un pensiero illecito che, se è coltivato, porta al peccato. Che alla nostra mente si affaccino pensieri immorali può accadere, soprattutto se non viviamo una piena spiritualità. Ma è quello il momento di cambiare pensiero volgendo la mentre altrove. La Bibbia contiene un principio psicologico che scava nella profondità della nostra mente: “Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi”. – Pr 4:23, PdS.
Nel linguaggio biblico suona così: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita”. Nell’antropologia biblica il cuore è la sede dei pensieri, ecco perché si parla di “pensieri e inclinazioni mentali del cuore” (Eb 4:12; cfr. Mt 5:19). Ogni azione inizia con un pensiero. Lo sapeva bene Gesù che, riguardo al decimo Comandamento (“Non desiderare la moglie del tuo prossimo” -Es 20:17), precisò: “Voi avete udito che fu detto: ‘Non commettere adulterio’. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5:27,28). Non si tratta qui di uno sfuggevole sguardo. Yeshùa parla di , “il guardante”; il verbo greco βλέπω (blèpo) indica qualcosa in più che il vedere: indica proprio il guardare per esaminare; inoltre, il presente indica in greco un’azione continuata: “continua a guardare” (TNM); le intenzioni di tale guardare prolungato e insistente sono poi evidenti dal seguito delle parole di Yeshùa: “Chiunque continua a guardare una donna in modo da provare passione per lei” (TNM). Avviene in pratica quel processo psicologico che Giacomo spiega molto bene: “Ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte” (Gc 1:14,15 TNM). Per dirla con la bella e libera traduzione di PdS: “In realtà ognuno è tentato dal proprio desiderio cattivo, che prima lo attira e poi lo prende in trappola”. Tutto nasce nella mente, da un pensiero. Spetta a noi respingerlo o coltivarlo. Il sesso non è tutto. La sessualità è un valore importante, ma non il più importante. Oltre alle menzogne che vengono spacciate sul libertinaggio sessuale, vi sono le menzogne sulle sue conseguenze.--segue--
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